l'olfatto, il senso dimenticato
Nel corso della mia vita ho assistito sempre a cambiamenti interiori positivi nelle persone che ho guidato durante i miei anni di insegnamento di danze caraibiche, nei laboratori di arte espressiva, soprattutto in quelli del Mandala.
A volte erano cambiamenti leggeri e diluiti nel tempo a volte anche immediati, tuttavia sentivo che mi mancava qualcosa.
Ho iniziato a fare ricerca e ho capito che i cambiamenti sono stati sostenuti dalla stimolazione degli organi di senso.
Come sapete, gli organi di senso sono quegli organi (occhi, orecchio, bocca, naso e pelle) che consentono all’uomo di interagire a diversi livelli con il mondo che lo circonda e lo fanno attraverso i sensi della vista, dell’udito, del gusto, dell’olfatto, del tatto e anche di altri che la scienza ha catalogato e di cui non si parla molto ma sono molto importanti: Pressione, Prurito, Tensione e contrazione dei muscoli, Dolore, Equilibrio, Stiramento, Chemiopercezione, Sete, Termopercezione, Propriocezione (o cinestesia, Fame, Magnetismo, Tempo.
Il gusto è un senso particolare perché mi sono resa conto che, per provocare un cambiamento del gusto tale da provare piacere a mangiare una costa di sedano anziché un pasticcino, è necessario un profondo cambiamento interiore!
Mi sono resa conto che, in tutti i percorsi che avevo intrapreso avevo stimolato molti sensi, ma non tutti in modo tale, da percepirne un cambiamento sostanziale nella mia vita.
Avevo stimolato moltissimo l’udito e la percezione dell’equilibrio durante i miei 25 anni di danza, il tatto e la vista durante la conduzione dei laboratori creativi e durante la creazione di un Mandala, ma mi mancava qualcosa.
L’olfatto!
Ho fatto qualche ricerca e ho capito che non è stato dimenticato non solo da me, ma da tutti!
Tra i cinque sensi infatti l’olfatto è certamente quello che ha perso più significato dal punto di vista funzionale nel corso dell’evoluzione della razza umana attraverso i millenni.
È noto come l’uomo primitivo, pur essendo un animale microsmatico, affidasse all’odorato compiti importantissimi per la propria sopravvivenza, quali la difesa dai pericoli, la ricerca del cibo e l’eccitazione dell’appetito sessuale. E poi che cosa è successo?
È successo che, condizionati da una mentalità visivo-acustica che per 2500 anni ha determinato il nostro modo di sentire e di pensare, abbiamo relegato l’olfatto fra i sensi minori.
Il primo a spiegare che la diversità degli odori si collegava alla diversità delle molecole fu Democrito, solo nel 1991 gli scienziati Axel e Buck hanno individuato i recettori molecolari dell’olfatto e ne hanno descritto i più intimi meccanismi della percezione.
Oggi finalmente l’olfatto costituisce un modello privilegiato di studio per la comprensione dei processi molecolari di trattamento dell’informazione sensoriale.
L’olfatto rimane tuttavia un senso misterioso, intimo e affascinante il suo regno resta confinato al cervello di chi annusa, anche se una scena olfattiva può essere descritta usando una metafora: comunque sempre si evidenzierà la disparità tra la ricchezza del mondo percepito con l’olfatto e la povertà del linguaggio!
Dimenticare il senso dell’olfatto ci ha allontanato dall’istinto, pur se nei termini continuiamo a dire “questa cosa a naso, non mi piace”, questo mi fa ben sperare che allenando il senso dell’olfatto con esercizi specifici di respirazione e di QGong e utilizzando spesso gli oli essenziali, la memoria cellulare dei nostri antenati primitivi, ci permetta di fiutare il pericolo rispetto a situazioni o persone.
Quando nel mio percorso come conduttrice ed ideatrice di laboratori artistico corporei per il benessere ho studiato l’assunzione di base della Psicologia della Gestalt, ho compreso che l’esperienza cosciente non poteva essere considerata una semplice somma delle parti che la costituiscono ma che “il tutto è diverso dalla somma delle parti”.
Quando ho conosciuto gli oli essenziali oltre a comprendere il loro valore intrinseco ho compreso bene come il tutto è diverso dalla somma delle parti, proprio utilizzando le miscele. Finalmente sento di aver chiuso il cerchio integrando un aspetto imprescindibile nella mia trasformazione ed evoluzione personale, il ritorno alla natura e alle origini.